BAD DAY--

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  1. .ophelia
     
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    Okay, esattamente non so come mi è venuta in mente questa cosa e soprattutto perchè ora la sto postando. brr. Comunque, la canzone alla fine è Bad Day di Daniel Powter.



    Correvo a perdifiato lungo il marciapiede deserto, scacciando con una mano le lacrime che, copiose, scendevano dal mio viso. Ai lati della strada, alberi quasi spogli sembravano fissarmi severi, muovendo le loro cime insieme al freddo vento invernale mentre manichini con espressioni vuote sostavano indifferenti nelle vetrine illuminate, coronate da festoni e decorazioni per celebrare il Natale imminente. Nella mia mente si faceva sempre più spazio un ricordo incancellabile; le immagini si susseguivano quasi al rallentatore, come diapositive di una qualsiasi vacanza estiva inserite in un supporto inceppato. L’unica cosa che volevo fare era fuggire via, scappare da tutto, da lui, da quel posto in cui tutto era cominciato e in cui tutto era, irrimediabilmente, finito, sotto i miei occhi impotenti e increduli.
    I suoi occhi verdi mi guardavano luminosi; la sua mano grande, calda, bollente intrecciava la mia, poi saliva lentamente, sfiorandomi i capelli, poi la guancia, poi di nuovo la mano.
    Mi fermai lentamente, sfinita da quella pazza corsa senza meta, e mi appoggiai ad un albero con il fiato mozzo. L’unico rumore che sentivo era quello del mio respiro accelerato, evanescenti nuvole ghiacciate che si disperdevano subito dopo nell’aria dicembrina.
    La mano aveva lasciato il posto alle sue labbra che, con estrema dolcezza, mi sfioravano le ciglia, poi le orecchie, il collo, finché, con un brivido, si erano posate sulle mie, mentre il mio cuore impazziva sotto il dolcevita celeste: chiedeva di uscire da lì sotto, insieme alle farfalle che si erano improvvisamente schiuse nel mio stomaco.
    Scivolai quasi incoscientemente lungo il tronco dell’albero alle mie spalle e chiusi gli occhi, mentre il flusso delle lacrime si era momentaneamente fermato. Altre immagini si erano sovraffollate nei miei pensieri e la magia di quel flebile ricordo era stata spazzata via dal quello più nitido, recente. Un altro bacio, così diverso, così impossibile per me, aveva preso possesso dei mie pensieri, e non mi mollava un attimo. Il pensiero delle sue labbra, delle sue mani su di lei mi faceva malissimo. La testa mi scoppiava e sentivo un buco profondo all’altezza del petto, dove poco prima c’era il cuore. Un buco nero che aveva risucchiato tutte le mie emozioni, tutti quei momenti vissuti con lui in nove mesi della nostra storia, le risate, i baci, le coccole e qualcosa di più, la felicità di una ragazza innamorata. Fissavo senza motivo le punte delle mie converse blu elettrico, incapace di fare qualunque cosa. In silenzio, il tempo passava velocemente e il sole si era già nascosto dietro nuvole di un’imminente temporale, prima di scomparire dietro i tetti della città per lasciare il posto al buio e alla luna che, beffarda, sembrava perfino sorridermi.
    Lo squillo del cellulare mi riscosse da quel mio mutismo ma non lo degnai di attenzione, lasciandolo vibrare nella tasca della borsa. In quel momento mi accorsi che una figura si avvicinava lentamente a me, cauta, come se stesse valutando la possibilità di scappare o rimanere. Si sedette accanto a me con il fiato corto, come se avesse corso per un tempo interminabile.
    « Ti ho cercata dappertutto » mi disse in un tono che sembrava assumersi tutte le colpe del mondo.
    « Ah si? » risposi atona. Mi faceva male e non capivo che cosa voleva da me ancora.
    « Senti..io..» tentò di dire qualcosa che spezzasse quel velo di imbarazzo misto a rabbia che aleggiava fra noi, prendendomi poi la mano. Non volevo sentire niente; avevo voglia di chiudere gli occhi e dormire, saltare, piangere, urlare. Qualunque cosa ma non sentire le sue stupide, banali scuse. La sua mano aveva perso tutto il calore che mi ricordavo avesse: il buco nero aveva risucchiato anche quello? La tolsi infastidita dalla mia. Prese a contorcersi le mani mentre con un piede scacciava nervosamente le foglie secche dal ciglio della strada.
    «Vic, non è come pensi..» riprese incerto, senza mai guardarmi negli occhi.
    Eh no, quello era davvero troppo! Non poteva essere così vigliacco, così stupido da non assumersi le proprie colpe. Non poteva essere. Infuriata, mi alzai di scatto da quella posizione e lo costrinsi a guardarmi in faccia, gli occhi che fiammeggiavano dalla rabbia e dalla delusione. « Non mi interessa quello che hai da dire. Non mi interessa più quello che hai fatto o che farai. Per me puoi avere mille giustificazioni, mille scuse plausibili ma resta il fatto che a me non importa più. Stai con quella se ti fa piacere, o trovatene altre, non lo so, ma non venirmi a dire che non è come penso. Non prendermi ancora in giro..»
    Erano i suoi occhi che mi facevano male più di ogni cosa. Non erano le unghie nei miei pugni chiusi; non era la testa che sembra dovesse scoppiare da un momento all’altro e non erano nemmeno le scarpe improvvisamente più strette. Erano quei suoi dannati occhi che mi guardavano imploranti, quelle pozze verde-mare che cercavano di chiedermi scusa.
    «Vai via..per favore..vattene» gli dissi, sperando che seguisse il mio consiglio. Non ce l’avrei fatta un secondo di più a sopportare la sua vista.
    Sospirò afflitto, allungò una mano verso il mio viso ma poi ci ripensò. Con le braccia mollemente abbandonate lungo i fianchi, se ne andò così come era arrivato, silenziosamente, senza rivolgermi più uno sguardo o un cenno.
    Lo avevo perso, aveva distrutto tutto e ora, camminando lentamente lungo quel ciglio di strada ormai deserta, mi sentivo terribilmente sola e abbandonata a me stessa. Era strano come mi sentissi svuotata di tutto, mi sentivo un robot con le pile quasi scariche, che si muoveva grazie a sprazzi di energia rimasta.
    D’un tratto però cominciai a correre.


    So where is the passion when you need it the most
    Oh you and I
    You kick up the leaves and the magic is lost

     
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  2. pànn‚
     
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    ed è meravigliosa, e te l'ho già scritto anche su efp.
     
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1 replies since 28/11/2010, 19:29   29 views
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